Rientrano
nella categoria degli utensili in pietra non scheggiata strumenti per la cui
realizzazione non era utilizzata la scheggiatura. Questi strumenti sono generalmente
realizzati mediante la levigatura più o meno estesa delle superfici del blocco
originario (generalmente un ciottolo). Talvolta la levigatura era preceduta da
una sbozzatura del supporto. Alcuni ciottoli venivano utilizzati senza alcuna
modificazione preliminare delle superfici, il ciottolo veniva utilizzato tal
quale, scelto perché la forma, la dimensione e il volume lo rendevano idoneo
all’uso; questi strumenti possono essere riconosciuti grazie alle tracce
d’usura che possono essere visibili sulle superfici.
Dal
sito di Tosina provengono numerosi utensili in pietra non scheggiata ottenuti
da ciottoli e blocchi di provenienza sia esogena sia raccolti in aree poco
distanti dal sito abitativo. L'utilizzo di rocce reperibili a breve distanza (porfidi
e rocce granitoidi) è prevalente per i manufatti di uso domestico come macine e
macinelli mentre le cosiddette “pietre verdi”, provenienti dalle regioni
padano-alpine occidentali, erano utilizzate per le lame d’ascia e di accetta.
Per alcuni pestelli e lisciatoi è possibile che siano stati utilizzati ciottoli
di basalto e serpentinite di probabile provenienza locale o circumlocale
(morene del Garda, alveo dell’Adige), il cui colore verde scuro li rende
esteticamente affini alle "pietre verdi" esogene.
Macine
e macinelli, pestelli e incudini
Strumenti
destinati soprattutto alla frantumazione dei cereali per produrre la farina
anche se non possiamo escludere che alcuni di questi utensili potessero servire
per macinare altri materiali come per esempio i minerali coloranti (ocra) come
documentato in altri siti neolitici dell'Italia settentrionale.
Macine
e macinelli sono concepiti per lavorare accoppiati, la macina, il blocco di
dimensioni maggiori, è poggiata al suolo, ha una faccia piana o concava, che costituisce
la superficie di lavoro sulla quale poggia la superficie piana del macinello
che, impugnato con entrambe le mani, viene usato con movimento di va-e-vieni.
I
pestelli hanno forma generalmente oblunga, sezione subcircolare o ovalare e
dimensioni tali che permettono di impugnarli con una sola mano. Sono utilizzati
generalmente in combinazione con altri ciottoli o blocchi lastriformi
(incudini) per pestare e frantumare mediante percussione e presentano estese
tracce di abrasione e picchiettature su una o entrambe le estremità.
Asce
e accette
Tra
gli strumenti più significativi, anche per il valore estetico, ci sono le lame
d’ascia e di accetta in “pietra verde”. Questi utensili immanicati in manici di
legno erano muniti di una estremità tagliente finalizzata al taglio di rami e
tronchi, e più in generale alla lavorazione del legno, come ampiamente
documentato a partire dal Neolitico.
È
probabile inoltre che lame d’ascia e accetta di pregevole fattura possedessero
anche un significato simbolico, in questi manufatti la levigatura
particolarmente accurata delle superfici conferisce loro un aspetto semilucido.
Le
incudini, utilizzate poggiate al suolo, presentano generalmente almeno una
faccia piana con aree circoscritte caratterizzate da distacchi cuppelliformi e
picchiettature generalmente localizzate al centro della superficie. Tali tracce
sono conseguenza dell’azione di percussione mediante strumento litico (pestelli
e percussori) operata per frantumare sostanze vegetali e minerali ma anche per
la lavorazione della selce (scheggiatura con percussione bipolare - nel
riquadro).
Lisciatoi/levigatoi
e affilatoi
Strumenti
ottenuti da ciottoli di dimensioni ridotte, per facilitare l’impugnatura con
una sola mano, non presentano generalmente alcuna traccia di lavorazione per la
messa in forma del supporto.
Lisciatoi/levigatoi
sono riferibili alla la rifinitura delle superfici di manufatti in osso, corno,
pietra, legno e potevano essere usati anche per la lisciatura delle pelli
conciate o per il trattamento delle superfici dei vasi in ceramica (in questo
caso lo strumento viene definito brunitoio). Presentano usure (strie, piccoli
solchi, politure), di norma distribuite lungo i margini del supporto,
determinate da operazioni di tipo abrasivo.
Su
alcuni ciottoli sono presenti singole linee incise talora profonde che fanno
pensare ad un uso del supporto come affilatoio.