L’insediamento neolitico di Tosina: organizzazione e
cronologia
Organizzazione. Il villaggio occupava
l'intera collina. Sebbene l'area indagata sia molto limitata (circa 400 mq)
rispetto all'abitato esteso su oltre 50.000 mq, è stato possibile individuare
le modalità generali di impianto e costruzione dell'insediamento che si imposta
sul substrato sterile, un limo di origine glaciale:
- all’atto della
fondazione del villaggio si eseguirono opere di sistemazione dell'area con
riporti di terra e livellamenti, per formare dei bassi terrazzamenti sui quali
si impostarono le strutture abitative, nessuna delle quali finora è stata
indagata nella sua interezza;
- lungo il perimetro
esterno dell’abitato correva una struttura con funzione di contenimento della
risalita delle acque della circostante palude, una sorta di cordonatura di
sassi; una seconda cordonatura più interna indica che in un certo periodo il
livello delle acque si rialzò;
- si è riconosciuto un
piano di calpestio e livellamento disseminato di numerosi reperti ceramici, litici,
faunistici. Sulla sua superficie si osservano buche di palo, talora con pietre
di inzeppatura, buche di scarico e un silos per lo stoccaggio di alimenti.
Cronologia. L'abitato è attribuibile ad una fase tarda del
Neolitico (fine V - primi secoli del IV millennio a.C.), caratterizzata da
isolati elementi di tradizione della Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (ad
esempio, le pintadere) e da ben più consistenti elementi della Cultura della
Lagozza cui si possono attribuire molte fogge ceramiche (piatti, tazze carenate
o a calotta, vasi globulari con bugne con perforazione verticale).
Isolati reperti
successivi delle età del Rame e del Bronzo sono probabilmente da riferire ad
una frequentazione ormai episodica del sito.