Le analisi archeobotaniche: la vegetazione intorno al sito
di Tosina
Alla fine della
glaciazione, le colline moreniche del Garda costituivano un ambiente
particolarmente inospitale.
Cumuli di detriti, con
grandi massi e ciottoli sciolti, si alternavano ad aree umide, torbiere e
specchi lacustri più o meno grandi. Un paesaggio dominato inizialmente dal
vento a causa delle grandi masse glaciali in discioglimento e delle forti
differenze di temperatura.
Le analisi polliniche
effettuate su campioni prelevati alla base della collina consentono di
ricostruire il paesaggio vegetale nelle fasi successive, quando ormai le grandi
lingue glaciali avevano abbandonato la fascia pedemontana e si erano ritirate
all'interno delle Alpi. I dossi meglio drenati e più riparati sono stati
colonizzati rapidamente da specie erbacee (Artemisia e graminacee) adatte a
vivere su suoli pietrosi, poco sviluppati e privi d'acqua. A questi ambienti
aridi e steppici sono subentrati boschi radi di betulle (Betula) e pino silvestre
(Pinus sylvestris), mentre salici (Salix) e ontani (Alnus) hanno occupato le
zone più umide.
In una fase ancora
successiva, migrando dalle aree di pianura, si sono affermate specie più
esigenti in fatto di suoli e temperatura: tigli (Tilia), querce (Quercus),
noccioli (Corylus), accompagnate da una più ampia varietà di erbacee
(Chenopodiaceae, Cichorioideae) che sostituiscono Artemisia nei dati pollinici.
Quando l'insediamento
di Tosina è stato fondato, Il querceto misto era ormai la vegetazione tipica
della zona ma il paesaggio doveva essere ancora molto vario, con fitti boschi
interrotti da torbiere, piccoli laghi e sparse radure. Nelle foreste
resistevano sporadiche betulle e conifere (pini, abete bianco e ginepro) mentre
non si erano ancora diffuse specie caratteristiche del paesaggio moderno, come
carpini, noci e castagni.